SHOPPING COMPULSIVO

Con shopping compulsivo si definisce “un intenso bisogno compulsivo di acquistare oggetti, anche non necessari, pur di scaricare una tensione irresistibile”

L'atto di acquistare determina un sollievo che ha tuttavia un’efficacia solo momentanea, e la tensione ricompare poco tempo dopo.

L'azione, vissuta dapprima come liberatoria, è spesso seguita da un senso di colpa, sensazione d’inadeguatezza, difficoltà a sopportare le frustrazioni, perdita della capacità di controllo.

Lo shopping compulsivo è l’espressione di un disagio psicologico e comportamentale caratterizzato da una tendenza a crisi di acquisto o ancora, una forma di mania delle spese.

Circa l’8% d’individui è a rischio e nonostante gli istituti di statistica individuano una situazione di povertà crescente, il5% di italiani soffre di un’eccessiva propensione all’acquisto (di cui il 75% donne).

Il disturbo s’innesca partendo da un comportamento normale e quotidiano e può rimanere silente per tanto tempo. La cultura dell’acquisto che connota la società attuale, spesso comporta delle difficoltà a definire una distinzione tra quelli che acquistano per soddisfare anche i più piccoli desideri, e quelli che non riescono a gestire volontariamente i propri acquisti e che, in virtù del suo profondo legame con il consumismo sfrenato, è stato anche definito eccessoressia.

Gli oggetti acquistati sono spesso inutili e che il più delle volte sono messi da parte o regalati possono far capire come servono principalmente a riempire un vuoto di sentimenti positivi e di autostima nel soggetto.

Vari terapeuti fanno rilevare che queste persone sono spesso ansiose, depressi, mortificati dai sensi di colpa e con un basso livello di autostima. In soccorso di quest’annotazione è stata l’osservazione che negli shopper, si assiste a una riduzione degli acquisti, quando sono meno ansiosi.

Vari motivi fanno pensare che lo shopping rappresenta una strategia attuata per alleviare uno stato depressivo di base: si è visto che sentimenti negativi come tristezza, solitudine, frustrazione o rabbia incrementano la tendenza a fare acquisti, mentre lo shopping stesso è associato a emozioni piacevoli quali felicità, senso di potere e competenza.

Lo shopping, quando raggiunge dimensioni più gravi, può associarsi ad altri tipi di dipendenza da comportamenti o da sostanze con le caratteristiche della tolleranza, che porta i soggetti a incrementare progressivamente tempo e denaro speso negli acquisti e del craving, cioè l'incapacità a controllare l'impulso di mettere in atto il comportamento.

Secondo uno psichiatra americano, lo shopping si configura come un disturbo del comportamento quando si verificano queste condizioni:

il denaro speso è eccessivo rispetto alle proprie possibilità economiche;gli acquisti avvengono più volte nella stessa settimana;gli acquisti sono insignificanti, infatti, non importa che cosa si compri, (abiti , creme, profumi, dischi…), ciò che conta è comprare, soddisfare un bisogno inderogabile che spinge a correre in un negozio e uscirne con dei pacchi;lo shopping risponde a un bisogno che non può essere soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea crisi di ansia e frustrazione;

Al primo posto tra gli oggetti acquistati, per le donne, ci sono i capi d'abbigliamento, seguiti da cosmetici, scarpe e gioielli - oggetti riconducibili all’immagine, per l’uomo, sono preferiti i simboli di potere e prestigio come telefonini, computer portatili.

Lo shopping compulsivo causa quindi problemi espressivi quali stress, interferenze con il funzionamento sociale e lavorativo, disagi familiari e coniugali e gravi problemi finanziari. Inoltre, si riscontrano molto spesso sentimenti di colpa e vergogna in seguito all'acquisto di oggetti che, il più delle volte, vengono nascosti alla famiglia oppure messi da parte, regalati o ancora peggio, buttati via.

Eccessoressia o shopping compulsivo (Compulsive Buying) o oniomania o dipendenza da acquisti, si definisce “un intenso bisogno compulsivo di acquistare oggetti, anche non necessari, pur di scaricare una tensione irresistibile”

L'atto di acquistare determina un sollievo che ha tuttavia un’efficacia solo momentanea, e la tensione ricompare poco tempo dopo.

L'azione, vissuta dapprima come liberatoria, è spesso seguita da un senso di colpa, sensazione d’inadeguatezza, difficoltà a sopportare le frustrazioni, perdita della capacità di controllo.


Per recuperare la felicità perduta è necessario uscire e comprare. La tendenza a promuovere l'acquisto da parte della pubblicità, negli anni sempre maggiore, ha convinto molti individui che il possesso di un prodotto sia sinonimo di benessere interno ed esterno e dunque di felicità.

Lo shopping compulsivo è principalmente caratterizzato da una tendenza a manifestare una sorta di ossessione - compulsione verso gli acquisti, in altre parole continui pensieri circa lo shopping e ripetitivi e incontrollabili comportamenti di acquisto.


La tendenza è di comprare in particolare oggetti inutili e non indispensabili, e addirittura senza seguire i propri gusti e senza tener conto delle proprie disponibilità finanziarie.

Alcune volte, a partire da fattori esterni, come i messaggi pubblicitari, le persone frequentate o i modelli sociali, si generano particolari credenze che si tramutano in convinzioni surreali circa la positività e i vantaggi legati all’acquisto di un prodotto, fino a pensare di compensare o persino risolvere i propri disagi interni.

Il comportamento è quindi mantenuto nonostante le gravi conseguenze personali e gli innumerevoli tentativi falliti di controllarlo e porvi fine.


CHE FARE ???


1. Il primo passo è riconoscere di avere qualche problema e accettare parlarne in famiglia o con un amico prima possibile.

2. Cercare l’aiuto di uno Psicoterapeuta